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DOVE LE STRADE NON HANNO NOME

Hosted by Nicola Mazzuia
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Nel labirinto delle vie cittadine, tra le ombre dell'asfalto e i riflessi delle luci del mattino, si cela un segreto che attende di essere svelato. In un'esperienza di gioco che richiama le atmosfere del realismo magico, il protagonista si trasforma in un flaneur, pronto a esplorare ogni angolo della città per scoprire la verità nascosta dietro il suo enigmatico sogno. Attraverso una traccia narrativa intricata, il giocatore è invitato a scrutare dentro la memoria del proprio personaggio, investigando se il sogno della notte precedente sia un riflesso di un ricordo del passato o una premonizione di un futuro imminente. Questa avventura vi condurrà in un viaggio emozionante, in cui la linea sottile tra realtà e fantasia si dissolve, rivelando la profondità dei misteri nascosti nel cuore della città.

Saremo tutti collegati in contemporanea per giocare dal vivo, io sarò la vostra voce guida che vi condurrà verso le diverse fasi del gioco, tutte le scelte e le strade da percorrere durante la deriva dipenderà da voi, il risultato finale sarà diverso per ogni giocatore.

Si iniziare a giocare mettendo il telefono in modalità silenziosa o DO NOT DISTURB. D’ora in avanti e per tutta la durata del gioco il cellulare sarà il collegamento col Conduttore, colui che vi guiderà durante questa esperienza. Andrete alla ricerca di qualcuno che avete sognato la notte prima, infilandovi dentro a percorsi psicogeografici dove sarete gli interpreti e allo stesso tempo i soggetti del gioco.

COSA SERVE:

Cellulare con connessione a rete mobile

Auricolari

App TELEGRAM collegata al canale: t.me/psychogeographychannel

Un dado a 6 facce

Carta e penna

Scarpe comode

AVVERTENZE:

Durante il gioco potrebbe succedere che tu ti senta a disagio, in realtà è esattamente ciò che ci aspettiamo capiti. Questo gioco cerca di addentrarsi in quegli spazi scomodi dove ci percepiamo più vulnerabili, poiché è al di là di quelli che è concesso l’atto di esplorare e fare “esperienza”.

Giocando ci si propone di raggiungere quel limite, spostandolo piano piano sempre più in avanti. L’obiettivo è scoprire cosa si nasconde al di là dei nostri istinti e della paura del giudizio negativo degli altri.

Il gioco segue uno schema di difficoltà crescente, quindi puoi tranquillamente decidere di iniziare per vedere fino a dove riesci ad arrivare. In qualsiasi momento del gioco sarà possibile abbandonare, laddove non ti sentissi più in grado di andare avanti.

Tieni conto però che la sensazione di disagio arriverà, è parte del gioco stesso. Il consiglio è di non iniziare se preferisci non doverci fare i conti, sarebbe come sperare di non

usare i soldi a Monopoly, se preferisci non doverlo fare, non iniziare.

Ricorda non è una gara, non si vince niente, nessuno potrà mai biasimarti per una decisione presa consapevolmente.

Si gioca su una base narrativa, il racconto che ti verrà proposto sarà intenzionalmente incompleto e approssimativo. Le descrizioni saranno limitate al minimo indispensabile per permetterti di riempire i vuoti con i tuoi stessi preconcetti e/o stereotipi, partendo dal presupposto che, quando le informazioni sono scarse, il nostro cervello tenderà a riempire i vuoti con ciò che già conosce, e spesso questo includerà gli stereotipi. Tuttavia, in questo contesto, gli stereotipi saranno uno strumento conoscitivo che useremo come termine di paragone e non come unico punto di riferimento.

In psicogeografia, non c'è nulla di sbagliato negli stereotipi se li consideriamo uno strumento critico per tradurre il mondo intorno a noi.